CHI DICE DONNA DICE…DISTRAZIONE!

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Inizio il post premettendo che:

    1.È polemico

    2.Non sono una femminista invasata

L’idea di questo articolo nasce mentre cerco un appartamento da comprare.

Entro in un’agenzia immobiliare convinta che la proprietaria sia una mia conoscente. Mi imbatto in uno sbarbatello con le unghie mangiate e gli chiedo di incontrare la sua responsabile. Sorride, mi guarda da dietro i suoi occhialetti e dice: Signorina, deve aver sbagliato agenzia. Qua non lavora alcuna donna perché i dirigenti non vogliono assumerne.

Rimango perplessa, la stanchezza avrà giocato un brutto scherzo. Gli chiedo di ripetere.

No, non è colpa dei neuroni affaticati né di un’incipiente sordità. Ho capito bene. Controllo la data e sì, è il 2017. A quel punto decido di far prevalere il mio spirito da detective e metto delicatamente sotto torchio il dipendente. Lo ammetto, ho giocato sporco. Ma sono donna e non lavoro lì, quindi posso. Ho fatto un po’ di domande e lui, precisando di non essere d’accordo con la politica adottata dai suoi capi, mi spiega che le femmine distraggono e si distraggono. Insomma, come i fumatori nuocciono a loro stesse e a chi gli sta intorno.

Le mie orecchie sanguinano metaforicamente e dopo essere uscita da quel posto che trasuda arretratezza e ignoranza inizio inevitabilmente a riflettere. Sono donna, non lavoro lì e quindi dalla regia mi autorizzano a usare il cervello. Mi domando come sia possibile che nello stesso Paese esista qualcosa come il Fertility Day – abominio ministeriale – e realtà come quella in cui mi sono imbattuta. La coerenza è pari a quella di uno chef vegano che fa colazione con porchetta e salamella.

L’ho già detto prima, non sono una femminista. Talvolta mi danno perfino della misogina. Sono però un essere pensante e non posso fare a meno di interrogarmi su quale base le donne siano considerate fonte di distrazione.

Se adesso qualcuno si alzasse in piedi e citasse tacchi, minigonna e scollature io farei come Tina Cipollari urlando un dirompente No Maria, io esco! E poi perché si distraggono più dei maschi? Fanno forse l’uncinetto tra una telefonata e l’altra? Che dire allora degli uomini che discutono delle partite o della loro nuova auto?

Ancora oggi non trovo una risposta che mi soddisfi. A volte mi vergono di vivere in un’Italia che per certi aspetti dipinge una donna che non si vedeva nemmeno nei romanzi di Jane Austen ma che all’occorrenza sa travestirsi da progressista. Situazioni di esclusione e discriminazione sul lavoro portano inevitabilmente a una tacita accettazione di atteggiamenti maschilisti e fomentano, ahimè, tutte quelle ossessionate dal Diciamo no alla bellezza, viva il cervello!

Intelligenza e femminilità sono forse due mondi incompatibili? Direi di no.

Eppure spesso sono proprio le donne le prime a rinnegare il loro aspetto estetico (biasimando quelle che invece se ne preoccupano) in virtù di un voler mostrare anche la testa. Beh, io penso che agire così equivalga a dare ragione a chi ci definisce una fonte di distrazione. Personalmente, ambisco a essere una professionista con mani curate, ciglia lunghe, tacco a spillo (ma anche sneakers!), carattere e competenza. Ve lo assicuro, è possibile. Basta crederci.

donna

newstatesman.com

cronaca

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parità della donna

business woman

healthyblackwoman.com

gender

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